Movimento Rinascita Forestale – riflessioni
- By : Giotor
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Il Parlamento con D. lgvo 177/ 2016 ha previsto di far confluire uomini e funzioni dal Corpo Forestale dello Stato nell’Arma dei Carabinieri prevedendo la tutela della professionalità, la conservazione delle specialità, l’unitarietà delle funzioni e risparmi di spesa pubblica.
La riforma Madia ha provocato un profondo sconvolgimento nel mondo forestale andando ad incidere su aspetti di notevole rilevanza sia tecnica che giuridica che il legislatore delegato non ha preso in considerazione.
Gli aspetti tecnici riguardano:
– il lavoro svolto quotidianamente dal personale forestale quale “servizio di istituto” effettuato con il supporto della professionalità forestale;
– la perdita della professionalità forestale intesa come insieme di materie tutte finalizzate al miglioramento dei soprassuoli boschivi, alla tutela del suolo, dell’ambiente, del paesaggio e della qualità della vita e utilizzate marginalmente durante il nuovo servizio di istituto. La professionalità era estrinsecata nel lavoro dei Comandi di Stazione Forestali il cui compito e le cui competenze erano tutte finalizzate all’applicazione di quanto appreso sui banchi della Scuola Forestale ed attraverso un continuo apprendimento giornaliero ed al conseguente ampliamento delle conoscenze personali. Era un’attività svolta con passione, con amore verso la natura, con spirito di sacrificio.
E’ necessario, altresì, distinguere l’attività forestale tecnica svolta dagli uffici periferici e l’attività dei vari comparti di specialità costituiti, come in tutti gli altri Corpi, da poche decine di addetti a secondo delle specifiche necessità di contrasto e di repressione o di competenze aggiuntive previste dalla normativa. Al personale tutto, con un semplice tratto di penna, è scomparsa tutta una vita lavorativa, tutto quello in cui credevano, con la stessa violenza con cui un fiammifero brucia un bosco.
L’auspicio è che venga ridata la dignità a tutti i forestali che hanno visto il proprio lavoro distrutto, annichilito, che , progressivamente, verrà dimenticato, che ha dovuto dire addio alla propria Bandiera come se fosse una cosa di cui doversi vergognare, senza ricevere l’onore delle armi, senza un minimo riconoscimento per aver consegnato alle generazioni future territori di notevole pregio botanico, faunistico, ambienti incontaminati con una elevata incidenza di biodiversità. Tutto questo ha determinato una serie di crisi esistenziali, con riflessi anche familiari, riconducibili:
– ad una attività burocratica diversa da quella svolta, per tanti anni, nella precedente carriera;
– ad una linea controllo comando rigida, tipicamente militare a cui nessuno era preparato e che una semplice settimana di aggiornamento non poteva dare nessuno risultato;
– ad un’attività operativa sul territorio limitata ad una azione repressiva per la quale non è necessario possedere una conoscenza multidisciplinare;
– ad un lavoro senza prospettive future e senza un incentivo professionale essendo venuti meno i punti di riferimento specifici di una attività tecnica.
La professionalità forestale:
– è stata utile nell’applicazione della Convenzione di Washington, di Ramsar, di Berna, di Bonn e di altre convenzioni europee ed internazionali;
– è stata utile e necessaria nella realizzazione di studi e ricerche riguardanti la genetica nel campo della botanica forestale, della genetica zoologica e faunistica svolti in appositi centri istituiti sin dal 1960
– è stata necessaria per lo svolgimento di programmi di monitoraggio ambientale:
– nelle aree permanenti della rete CONECOFOR svolti, con continuità, dal 1995;
– nelle approfondite indagini sulla vegetazione, sulle condizioni delle chiome degli alberi, sul contenuto chimico delle foglie e dei suoli, sulla variazione di accrescimento degli alberi, sulle deposizioni atmosferiche, sul clima, sul microclima, sull’ozono;
– è stata necessaria, in coordinamento con il CNR, con i Centri ricerche del Mipaf, con l’Università, con le Regioni, con le Regioni a statuto speciale, con le Provincie autonome ed Enti gestori dei Parchi Nazionali, per la realizzazione della Convenzione UN/ECE, Forest Focus;
– è stata necessaria per la redazione del primo e del secondo Inventario Nazionale Foreste e Carbonio
– è stata necessaria per la realizzazione del progetto Life+;
– è stata necessaria per la realizzazione di indagini speciali quali:
– censimento dei siti di smaltimento illecito di rifiuti iniziato il 2008;
– censimento degli alberi monumentali;
– realizzazione dell’EUTR ( European Timber Regulation) regolamento n. 2173/ 2005,
– censimento “ illegal logging” che sottintende una elevata professionalità nel campo del riconoscimento delle varie tipologie di legname e delle categorie merceologiche dei derivati.
– è stata necessaria nella tutela della biodiversità;
– è stata necessaria nella istituzione, tutela e conservazione dei Parchi nazionali;
– è stata utile nella istituzione e nella gestione di centinaia di aree protette nazionali realizzate sin dai primi anni sessanta in un momento in cui la protezione della natura e l’ecologia erano pressoché sconosciute;
– è stata utile nella realizzazione delle sistemazioni idraulico-forestali effettuate dal 1950 al 1975;
– è stata utile nel miglioramento dell’economia montana attraverso la realizzazione di molti vivai forestali necessari per i rimboschimenti dei territori depauperati dalla guerra;
– è stata utile nella progettazione e nella realizzazione di una congrua viabilità nei territori collinari e montani;
– è stata utile nella formulazione dei piani di assestamento forestale dei soprassuoli boschivi per una proficua gestione del bosco e della biodiversità;
– è stata necessaria per assolvere una serie di incarichi da parte della Magistratura nei campi di competenza tecnica;
– è stata fondamentale nello svolgimento del servizio di istituto che ha determinato la effettuazione di un approccio preventivo e di supporto con le popolazioni e con gli Enti locali.
Mai così pochi uomini hanno fatto tanto per la natura e per l’ambiente per così tanto tempo.
Questa è una attività tecnica che deriva da una professionalità multipla molto diversa dall’attività di polizia che ha solo una valenza repressiva anche se la Corte Costituzionale ha voluto paragonare l’attività svolta sul territorio dal Corpo forestale dello Stato in tuta mimetica e scarponi lungo i sentieri di montagna con l’attività di controllo e contrasto svolta dall’Arma dei Carabinieri in giacca e cravatta e scarpe da passeggio, La tutela del bagaglio culturale, quale valenza tecnica della professionalità forestale e della sua sopravvivenza nel panorama professionale della Nazione, deve essere di competenza:
– delle varie articolazione della Scuola pubblica sia a livello Universitario che a livello delle Scuole tecniche superiori;
– dell’Ordine dei dottori agronomi e forestali;
– delle Associazioni che hanno nel loro statuto la difesa della attività tecnica;
– delle Confederazioni che hanno come finalità la tutela delle varie professionalità;
– delle Associazioni naturalistiche ed ambientalistiche che a gran voce continuano a chiedere la riproposizione del Corpo Forestale;
– di tutti i cittadini a cui sta a cuore l’ambiente, la natura e la qualità della vita delle generazioni future.
L’aspetto giuridico è andato ad incidere nell’attività lavorativa dei singoli che hanno dovuto subire una linea di controllo-comando rigida, spesso incomprensibile, farraginosa, agli antipodi con la pregressa vita lavorativa ove esisteva un rapporto diverso non repressivo nei confronti del mondo rurale.
Si sono trovati militari loro malgrado
Altro aspetto è l’inquadramento giuridico ed economico di svariate centinaia di forestali che si sono trovati ad operare in Amministrazioni non pronte a gestire personale con contratto delle forze di polizia e che avrebbero modificato i propri ruoli.
Parere del Consiglio di Stato n. 01183 del 12-05-2016 affare 00434-2016
Dal parere del Consiglio di Stato n. 01183 in data 12/05/2016 si rileva:
– una serie di esempi giustificativi dell’accorpamento e della militarizzazione improbabili ed improponibili che solo una ferrea volontà di soppressione poteva ritenere sufficienti dinanzi alla legge ed alla opinione pubblica;
– l’ipotesi di una riorganizzazione della Guardia Costiera sulla base della differenziazione tra compiti primari del Corpo e reparti di specialità ricadenti nell’ambito delle attività di pubblica sicurezza.
Gli esempi e le argomentazioni portate a giustificazioni dal Governo e fatte propri da Consiglio si prestano ad obiezioni. ( All. n. 1)
Il Consiglio di Stato nell’ esprimere il proprio parere nel caso dell’ eventuale accorpamento della Guardia Costiera alla Guardia di finanza concorda con l’impostazione utilizzata dal Governo che tende a giustificare la mancata soppressione della Guardia Costiera distinguendotra le competenze di ordine e di sicurezza pubblica da svolgere a mare da assegnare alla Guardia di finanza e la sicurezza a mare quale attività tecnica che invece deve rimanere in capo alla Guardia Costiera in considerazione della massima competenza di cui sono portatori i singoli corpi delle due specifiche specialità sottolineando la differenziazione tra compiti di ordine e sicurezza pubblica ed i compiti tecnici afferenti alla sicurezza della navigazione e soccorso a mare.
La differenza sostanziale riguarda i campi operativi primari ed aggiuntivi ( comparti di specialità ) nei quali si svolgono le funzioni principali legate alla professionalità.
La suddetta differenziazione tra i compiti istituzionali primari legati alla professionalità e i compiti istituzionali aggiuntivi non è stata valutata a proposito del Corpo Forestale dello Stato.
Il Consiglio di Stato aggiunge “ valuterà il Governo l’opportunità di eventuali integrazioni al testo ovvero di non esercitare la delega per tutto quanto concernerebbe le operazioni a mare”
Il provvedimento, dopo aver effettuato l’iter burocratico amministrativo, viene definitivamente approvato ed è entrato in vigore il 1 gennaio 2017 senza alcun cenno sulla riorganizzazione della Guardia Costiera; prevedendo solo un accorpamento generico di talune attività, a mare, delle Forze di polizia.
Parere del Consiglio di Stato n. 02263 del 31-10-2017 affare n. 01653-2017
Il Consiglio di Stato, in data 31ottobre 2017 affare 01605/2017, attraverso una nuova Commissione Speciale è stato chiamato ad esprimere il parere su un nuovo Decreto legislativo recante “Disposizioni integrative correttive al decreto 19/08/2016 numero 177 in materia di razionalizzazione delle funzioni di polizia e assorbimento del Corpo Forestale dello Stato ai sensi dell’articolo 8 comma 6 della legge 07/08/2015 numero 124 in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”.
Al primo punto della relazione” rilievi di carattere generale” elenca i principi ed i criteri previsti dall’ articolo 8 comma 1 lettera a) della legge delega n. 124 del 07/08/2015 in materia di “ Riorganizzazione dell’Amministrazione pubblica “.
a) razionalizzazione e potenziamento dell’efficacia delle funzioni di polizia;
b) istituzione del numero europeo 112 su tutto il territorio nazionale;
c) riordino delle funzioni di polizia di tutela ambientale, del territorio e del mare, nonché nel campo della sicurezza e dei controlli nel settore agro alimentare; ……. Omissis ……….
Ulteriori principi ispiratori della delega, complementari ai precedenti, sono quelli sotto il profilo operativo nonché quelli sotto il profilo più strettamente formale.
Le lettere a) e c) riguardano le funzioni di polizia e specificatamente di polizia ambientale.
Comma 1.1 Recenti orientamenti di diritto europeo ed internazionale
Il Consiglio di Stato attraverso una serie di considerazioni che necessiterebbero una conoscenza approfondita sia a livello di formulazione legislativa che di legislazione internazionale ripercorre, per sommi capi, il processo con il quale i vari Stati Europei hanno convenuto e determinato di assegnare alla nozione di sicurezza pubblica un contenuto articolato e multisettoriale comprensivo dell’attribuzione di Forza Armata ed anche di polizia e soccorso pubblico per realizzare una strategia comune basata sul ” concetto globale e cooperativo della sicurezza e della sua indivisibilità (Lisbona 3 – 12- 1996 )
Due elementi diventano centrali nelle politiche dell’Unione Europea ossia la globalità e l’indivisibilità della sicurezza favorendo le capacità operative ibride o multidisciplinaritipiche delle forze di polizia con status militare( Decisione su un modello di Sicurezza Comune Globale Consiglio dei Ministri OSCE Budapest 8 -12- 1995).
Il Consiglio di Stato fa riferimento anche alla risoluzione 34/169 del 17/12/1979(Assemblea Generale Nazioni Unite) che, a sua opinione, toglie fondamenta all’idea per cui le attribuzioni di sicurezza pubblica, su cui incide il decreto 177/2016, trovino una naturale o più adeguata collocazione in un contesto esclusivamente non militare.
A seguito di queste osservazioni il Consiglio di Stato ritiene che tale scelta consolida il superamento di una risalente impostazione cui lo status civile
sarebbe ex se funzionale al rafforzamento dell’efficienza di un Corpo di polizia, per aderire ai consolidati approcci condivisi a livello internazionale, secondo cui sono invece le effettive competenze e non lo status a dare la misura della professionalità. ( da qui è derivata la necessità, per l’Arma, della acquisizione di competenze in materia ambientale al fine di entrare nel novero della Gendarmeria Europea ).
Corre l’obbligo precisare che quelli che per le altre Forze di polizia erano da considerarsi compiti aggiuntivi ai compiti istituzionali primari, per il Corpo Forestale dello Stato quale Corpo tecnico erano da considerarsi compiti aggiuntivi marginali i compiti di polizia ( decreto Pisanu 2006 ).
La Forestale aveva come compito istituzionale primario la salvaguardia della natura, del territorio, la difesa del suolo, della biodiversità e dell’ambiente ed aveva come compito aggiuntivo le attività di polizia e di contrasto ai reati relativi e correlate all’attività istituzionale primaria e principalmente rilevati sul territorio di competenza :
Per meglio comprendere la differenziazione tra i compiti primari ed i compiti aggiuntivi si può portare ad esempio le competenze nel settore ambientale ( compito aggiuntivo) svolte dall’Arma attraverso circa 250 uomini del N.O.E. ( Nucleo Operativo Ecologico ) istituito nel 1986 con personale altamente addestrato infatti ha frequentato , tra l’altro, un corso di “Legislazione e cultura ambientale“.
Il Comandante ed alcuni Sottufficiali hanno seguito un “corso di aggiornamento tecnico in geologia, mineralogia, cartografia e topografia “tenuto da tecnici del Servizio Geologico.
Il Comando, con un organico di poche centinaia di uomini, era articolato in centri operativi dislocati al Nord, al Centro e al Sud e da una decina di Uffici dislocati in alcune Province.
Nel 2001 il N.O.E. ha assunto la denominazione di Comando carabinieri per la tutela dell’ambiente con il numero di emergenza 1525. ( Wikipedia)
Compiti istituzionali aggiuntivi (comparti di specialità) sono, anche, le attività in campo agroalimentare svolte dal gruppo operativo N.A.S. ( Nucleo con un contingente pressoché analogo al precedente che svolge operazioni di controllo presso supermercati, aziende, ristoranti dislocati in località di pianura territorio NON di competenza del Corpo Forestale.
Considerare tutti i carabinieri, che operano nelle migliaia di stazioni dislocate in città e in periferia, portatori di una cultura ambientale e agroalimentari da paragonare con la cultura ambientale dei forestali è proprio qualcosa che non è possibile accettare.
La territoriale ha propri compiti e competenze e non ha una preparazione culturale in campo ambientale, ecologico naturalistico, agro alimentare e della biodiversità che possa minimamente avvicinarsi a quella dei forestali.
I compiti primari della territoriale sono ben altri.
Il Consiglio di Stato nell’ esprimere il proprio parere, nel caso dell’ eventuale accorpamento della Guardia Costiera alla Guardia di Finanza, concorda con l’impostazioni utilizzate dal Governo che tende a giustificare la mancata soppressione della Guardia Costiera distinguendotra le competenze di ordine e di sicurezza pubblica da svolgere a mare da assegnare alla Guardia di finanza e la sicurezza a mare quale attività tecnica che deve rimanere in capo alla Guardia Costiera in considerazione della massima competenza di cui sono portatori i singoli corpi delle due specifiche specialità.
Il Consiglio di Stato sottolineando la differenziazione tra compiti di ordine e sicurezza pubblicada compiti relativi alla sicurezza della navigazione del soccorso a mare evidenzia la differenza sostanziale che riguarda i campi operativi nei quali si svolgono funzioni principali legate alla professionalità altamente specializzata della Guardia Costiera e le attività di polizia quale compito istituzionale aggiuntivo.
Il Consiglio di Stato aggiunge, su questo punto, che potrebbero esistere delle problematiche nel prevedere specificatamente una modifica sostanziale dell’attività della Guardia Costiera.
Sentenza della Corte Costituzionale n.170 del 10 luglio 2019
La Corte Costituzionale, con la sua sentenza, ha fatto conoscere al cittadino medio una serie di pronunciamenti emessi nel corso degli anni ed attraverso i quali ha motivato la sentenza in parola.
Il cittadino medio però ha avuto e continua ad avere delle difficoltà nel seguire i puntuali riferimenti della Corte che non sono altro che delle parti di sentenze, normalmente sviluppate in decine di pagine.
Estrapolare frasi, concetti da sentenze articolate mette il cittadino medio nell’ impossibilità di comprendere la logica, la ratio, le correlazioni e la corrispondenza tra le frasi estrapolate ed il contesto in cui vengono inserite.
La scarsa dimestichezza che il cittadino medio ha con le materie legislative non aiuta a comprendere il filo logico che attraversa il parere espresso dalla Corte,
e che collega tutta la materia del contendere e rende il tutto di non facile comprensione.
Se poi le argomentazioni utilizzano parole di difficile interpretazione tipo conculcare oppure frasi del tipo” non implausibile soluzione di bilanciamento dei valori” il cittadino medio sarà portato a ritenere che si voglia significare che i danni riportati dalla professionalità forestale e da tutto il personale forestale interessato dalla soppressione siano da ritenersi dei danni collaterali conseguenti ad una norma emanata per Ragioni di Stato.
CONSIDERAZIONI
Non avendo la possibilità di argomentare in senso positivo o negativo circa la ricostruzione fatta propria da Organi Costituzionali è possibile però evidenziare che il modus operandi utilizzato dal Governo è quanto meno opinabile e si presta ad obiezioni.
Era possibile realizzare, quanto previsto dalla delega del Parlamento e dagli accordi internazionali, attraverso la piena applicazione del Decreto Pisanu del 2006 cioè scorporando dal Corpo Forestale i comparti di specialità utili e necessari all’Arma per svolgere una attività a livello Europeo ed Internazionale lasciando intatta la competenza primaria del Corpo forestale che era formata da competenze tecniche di alta valenza professionale.
La decisione di accorpare/sopprimere è stata presa considerando soltanto una faccia della medaglia ( polizia) ritenendo di nessuna utilità per la Nazione, i cittadini, la natura, l’ambiente, i soprassuoli boschi, l’assetto idrogeologico ecc. la professionalità forestale ( tecnica), creando in tal modo un danno al bilancio dello Stato ed alla qualità della vita anche per le generazioni future.
L’inserimento di alcuni comparti di specialità , senza intaccare la struttura operativa del Corpo Forestale , sarebbe stato utile anche all’Arma che non avrebbe dovuto impegnarsi, con aggravio di spesa:
1- alla presa in carico di mezzi, aeromobili , fabbricati ed aree naturalistiche
2- all’ inquadramento di uomini e mezzi e mezzi informatici;
3- alla loro acculturazione militare;
4- alla realizzazione di corsi di formazione per forestali inquadrati nell’Arma;
5- alla realizzazione di corsi di formazione per migliaia di uomini
( almeno 50 mila ) sulle problematiche forestali, al fine di alimentare dal basso la specialitàforestale nell’Arma ( vedasi parere Consiglio di Stato adunanza Commissione speciale del 18/04/2016 ultimo comma pag. 17);
6- all’organizzazione di strutture relative ai parchi nazionali ed alle aree protette al fine di non farle gravare sulla struttura operativa dell’Arma;
7- alla realizzazione di una nuova rete di collegamento per uniformare l’ armamento;
E’ il caso di sottolineare, anche, che l’istituzione del numero unico 112 valido su tutto il territorio dell’Unione è stato ampiamente disatteso essendo rimasto attivo il numero 1515utilizzato da decenni dal CFS su tutto il territorio nazionale.
Lo slogan” lo richiede l’Europa” poteva essere gestito molto meglio senza danneggiare la società, la natura, il territorio con aggravi di spesa pubblica per lo Stato, per le persone, per le cose e per il benessere psicofisico dei cittadini che hanno dovuto subire incendi boschivi e alluvioni in gran parte evitabili.
L’Arma in questi tre anni si è resa conto delle problematiche che ha avuto sia per i risultati ottenuti con i corsi di aggiornamento militari dei forestali sia per i corsi di aggiornamento forestale per i carabinieri e per molti altri casi.
L’Arma per svolgere le funzioni indispensabili per l’integrale coinvolgimento nelle politiche di sicurezza dell’Unione nell’ambito della cosiddetta Forza di Gendarmeria Europea ( EUROGENDFOR ), aveva la necessità di acquisire le funzioni di polizia ambientale (che erano state attivate e sviluppate dal Corpo Forestale dello Stato in un altro contesto e con basi culturalmente molto diverse).
La complessità dell’assorbimento del personale C.F.S., che svolgeva i propri compiti di istituto secondo scienza e coscienza e NON secondo le direttive proveniente dalla linea comando, si è infranta sullo scoglio del modus operandi del Corpo Forestale quale retaggio storico culturale di 200 anni di attività a contatto con la natura, le popolazioni, gli enti locali conseguenziali ai compiti di prevenzione supporto e coordinamento e di polizia forestale.
In seguito, in corso d’opera, è stata compresa la impossibilità di alimentare, dal basso, la cultura forestale nell’Arma anche perché, all’Arma, non interessava la specialità forestale bensì il comparto di specialità ambientale..
L’Arma, all’attualità, ha scorporato le funzioni transitate, necessarie a svolgere compiti di rilevante specialità, da quelle che, per una naturale differenza, non rivestivano un valore aggiunto alle proprie attività istituzionali.
L’Arma ha dovuto costituire un Comando particolare per tutte quelle funzioni primarie del C.F.S. transitate che andavano a definire la professionalità forestale.
L’Arma si è resa conto che il personale transitato ha appesantito la linea controllo comando e che detta linea, forzatamente, ha dovuto operare su due piani distinti l’uno per l’Arma dei carabinieri e l’altro per il personale forestale.
Hanno cercato di uniformare la denominazione degli uffici territoriali per la biodiversità per renderli più affini agli standard militari e rendere più facile la comprensione e la comunicazione tra le strutture periferiche della Organizzazione per la tutela forestale ambientale e alimentare e gli Uffici periferici dei carabinieri.
Quando il Comandante dei carabinieri richiede, in Commissione parlamentare Difesa il ripianamento degli organici sottolinea, anche, che oltre il 50% del personale transitato non è funzionale all’Arma e quindi si può ipotizzare che anche il personale transitato nelle altre Amministrazioni , forse, potrebbe non essere funzionale alle stesse Amministrazioni.
Ad esempio, per il Corpo dei Vigili del Fuoco, la competenza relativa alla Antincendio Boschivo è andata ad appesantire, oltre modo, le linee operative del Corpo non rientrando questa nuova funzione nell’ambito della funzione primaria e quindi si è trasformata in comparto di specialità
Si è voluto trasformare in pochissimo tempo, forzatamente, un modus operandi consolidato nei secoli a vantaggio di nessuno.
Per comprendere meglio l’Arma è necessario comprendere il perché della scelta delle parole utilizzate, nulla è lasciato al caso tutte le parole sono utilizzate a fine giustificativo strumentale dell’ Arma.
Il Comando carabinieri per la biodiversità e dei parchi , nello spazio di poche righe, è stato trasformato in Organizzazione per la Tutela forestale ambientale e agroalimentare.
Perché? Che significa?
E’ la prima volta che viene usato, in termini positivi, la parola forestale.
L’Arma ha scorporato le funzioni transitate, necessarie a svolgere compiti di rilevante specialità, da quelle che per una naturale differenza culturale non rivestivano un valore aggiunto alle proprie attività istituzionali ed ha costituito il Comando carabinieri per la Biodiversità e dei parchi nazionali, che viene definito, dall’Arma stessa il vero erede del Corpo Forestale dello Stato e che riunisce, dal punto di vista sempre dell’Arma, le basi caratterizzanti le funzioni forestali.
L’Ufficiale più alto in grado dei ruoli forestali (non ruoli carabinieri forestali forse perché èstata riscontrata una sostanziale differenza tra i forestali in servizio nell’Arma e quelli in servizio presso il Comando biodiversità aree protette e C.I.T.E.S.?) viene definito, sempre dall’Arma, il naturale custode delle tradizioni forestali, ( che, anche loro, vanno a definire la funzione primaria).
Queste differenziazioni o precisazioni fanno pensare che vi siano state delle complicazioni nel gestire le tradizioni forestali in contemporanea con quelle dell‘Arma .
L’Arma con poche parole ha esemplificato quanto il legislatore delegato non ha saputo o voluto fare per realizzare una riorganizzazione del Corpo Forestale dello Stato come auspicato in prima istanza dal Parlamento.
L’Arma ci offre il testimone, come in una staffetta, per proseguire la strada professionalmente tracciata di una Amministrazione forestale presente in tutte le Nazioni del mondo
CONCLUSIONI
Negli ultimi 200 anni la Forestale ha modificato decine di volte il rapporto con la montagna e con le popolazioni locali sempre nell’ interesse della natura.
Con competenza e spirito di corpo la Forestale ha adattato le proprie conoscenze alle mutate esigenze di utilizzo del territorio da parte della società.
La legge 36/2006 ha trasformato un Corpo tecnico con funzioni di polizia in un Corpo di polizia con funzioni tecniche supportate da una professionalità specializzata in campo forestale.
INVERTENDO L’ORDINE DEI FATTORI IL RISULTATO NON CAMBIA
Per oltre 40 anni l’Amministrazione forestale ha sopperito, con la propria professionalità, al vuoto normativo conseguente al passaggio alle Regioni di compiti e competenze che dal 1948 erano appannaggio del Corpo Forestale dello Stato.
Con abnegazione e spirito di sacrificio ogni forestale è riuscito a svolgere una serie diversificata di attività professionali realizzando, anche, studi e ricerche previsti da convenzioni comunitarie e internazionali.
La professionalità, in continua evoluzione, attraverso un continuo ampliamento delle conoscenze personali nelle materie forestali è estrinsecata attraverso i compiti e le competenze dei Comandi di Stazione.
Dobbiamo far conoscere queste realtà che sommate a tutti i richiami che sono venuti e vengono dagli Enti territoriali quali Comunità Montane, Comuni e Consigli regionali attraverso atti amministrativi e politici, ci fanno capire la validità del lavoro che stiamo svolgendo per realizzare una nuova Amministrazione forestale al passo dei tempi.
Dobbiamo comprendere e divulgare che quello che ci ha permesso di continuare ad operare egregiamente è stata la professionalità forestale NON il semplice compito di polizia surrogabile da parte di una qualsiasi altra forza di polizia.
Dobbiamo evidenziare che la professionalità forestale non può essere subordinata alla semplice difesa dei diritti del personale forestale.
Dobbiamo prevedere un futuro ai compiti primari che vanno a formare la professionalità forestale
Dobbiamo veicolare l’idea che i soprassuoli boschivi non sono un insieme di alberi destinati alla sola produzione legnosa ma un sistema estremamente complesso che comprende fauna, suolo, acqua, cibo, difesa dalle catastrofi, salute, benessere, qualità della vita, biodiversità tutte componenti della vita che non possono essere gestite attraverso una linea controllo comando militare.
I soprassuoli boschivi sono risorse strategiche dello Stato e come tali devono essere tecnicamente costuditi e valorizzati.
Lo sviluppo dell’economia montana e forestale necessita di regole nazionali certe e di una autorità nazionale di riferimento e coordinamento che possa superare una visione caratterizzata da ventuno politiche forestali regionali differenti e che sappia coniugare la gestione attiva del territorio alle esigenze di tutela e salvaguardia della biodiversità vegetale e zoologica, del patrimonio naturalistico, paesaggistico e ambientale nazionale.
L’Amministrazione forestale ha sempre considerato il bosco come un soggetto da proteggere e conservare e preservare e non un oggetto da cui trarne vantaggio economico limitato nel tempo.
Dobbiamo pensare alla Nuova Forestale al passo con i tempi con l’esperienza del passato e del presente al servizio delle generazioni future.
Il Movimento per la Rinascita delle Foreste e della Montagna, consapevole che l’assenza della professionalità forestale tra le professionalità necessarie ad un sano e proficuo sviluppo della società comporterebbe un grave danno all’economia nazionale
FA VOTI
per la realizzazione di un Servizio Tecnico Forestale ad ordinamento civile, con qualifiche di P.G. e P.S. con compiti:
– di coordinamento nella tutela e gestione dei soprassuoli boschivi ,
– di prevenzione, coordinamento e supporto aereo nello spegnimento degli incendi boschivi,
– di coordinamento e supporto alla realizzazione di studi e ricerche previsti dalla normativa europea ed internazionale,
– di studi e ricerca nella genetica forestale e faunistica,
– di gestione e tutela delle aree protette,
– di prevenzione e supporto alle popolazioni ed agli Enti locali.
Si può ipotizzare la istituzione di un Dipartimento Foreste che comprenda:
– Servizio Forestale con uffici a livello regionale e provinciale e comandi di stazione,
– Servizio Parchi Nazionali ed aree protette con articolazione sul territorio di comandi di stazione specifici,
– Servizio comparti di specializzazione, da definire, con presenza sul territorio,
– Servizio studi e ricerche e tecnologia del legno con sede a Dogana di Peri, Pieve S. Stefano,
– Servizio A.I.B. ,
– Servizio C.I.T.E.S. etc;
– Servizio Scuole con sedi periferiche;
– Servizio legislazione e convenzioni internazionali,
– Servizio del personale ed ufficio legislativo,
– Servizio bilancio e gestione amministrativa.
Per IL COMITATO PROMOTORE
Filippo Aldini Paolo Mennuni Luigi Ranieri
Roma dicembre 2020
Allegato n. 1
Per giustificare la decisione della soppressione e la conseguenziale confluenza, di parte del personale, dei beni , dei capitoli di spesa, e delle strutture e delle competenze dell’Ufficio della Biodiversità con le relative attività nei Parchi Nazionali e nella gestione delle aree protette, dei mezzi aerei, nautici e dei veicoli , sia nell’Arma che nei Vigili del Fuoco, sia nella Polizia di Stato e sia in diverse altre pubbliche Amministrazioni , sono stati portati esempi giustificativi improbabili ed improponibili che solo una volontà di soppressione poteva ritenere sufficienti di fronte alla legge ed alla pubblica opinione.
E’ stato portato a giustificazione:
1)- il passaggio ad altra Amministrazione dei beni e del personale della Gioventù Italiana;
2)- lo status militare della ex Milizia Forestale Nazionale;
3)- la smilitarizzazione della Polizia di Stato e della Penitenziaria;
4)- la partecipazione dei ruoli direttivi e dirigenziali del CFS alle riunioni del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica;
- – Gioventù Italiana
Per quanto riguarda la soppressione della Gioventù Italiana si precisa che detto Ente, che gestiva in modo temporaneo il patrimonio dell’ex GIL , derivava dalla Gioventù Italiana del Littorio, disciolta con Decreto del Capo del Governo il 06-05-44.
L’Ente in parola fu soppresso ed i beni transitarono al Demanio dello Stato ed il personale fu trasferito alle Regioni.
Il personale svolgeva delle normali attività amministrative, che nulla avevano a che fare con il Comparto Sicurezza e pertanto la similitudine per avallare la soppressione della Forestale non ci azzecca niente.
2) Milizia
La Milizia Nazionale Forestale è un corpo armato dello Stato ( R. D. 13- 08- 1926 n. 1465) che ha lo scopo di esercitare la vigilanza e la custodia del patrimonio forestale e di CURARE l’applicazione delle leggi e dei regolamenti vigenti in materia forestale.
Servizio d’istituto (compito istituzionale primario)
Il servizio di istituto si configurava
1- nell’assistenza ai lavori di rimboschimento in generale, di sorveglianza e cura dei vivai,
2- nella vigilanza sulle utilizzazioni dei tagli,
3- nella valutazione dei danni in occasione di contravvenzioni alle disposizioni relative ai tagli o ai pascoli abusivi,
4- nella valutazione della martellata di piante ed eventuali perizie di utilizzazioni boschive,
5- nella stima di legname abbattuto legittimamente o abusivamente,
6- nella applicazione delle disposizioni di urgenza in caso di incendi boschivi,
7- nel rilievo e segnalazione dei danni prodotti da insetti, funghi e di quelli causati dal vento, dalle brine e da inondazioni;
gli agenti della Milizia potevano essere, inoltre, designati come periti giudiziari previa autorizzazione superiore.
Oltre al servizio di istituto vi era il servizio complementare ( da ritenersi compito istituzionale aggiuntivo )che comprendeva :
– servizi ausiliari di pubblica sicurezza , di polizia militare, assistenza a richiesta di varie autorità,
– assistenza e soccorso in caso di infortuni.
In quanto agenti di P.S. i graduati ed i militari aderivano alle richieste di intervento, fatte per iscritto o verbalmente dall’Arma dei carabinieri e dalle autorità politiche di pubblica sicurezza.
E’ abbastanza chiaro che la Milizia Nazionale Forestale svolgeva, come servizio d’istituto, svariati compiti tecnici diversificati ed altamente specializzati e solo occasionalmente svolgeva servizi aggiuntivi su richiesta delle autorità di P.S.
Non si comprende come sia stato possibile che degli alti studiosi di diritto abbiano potuto scambiare una attività principale prettamente tecnica ed una attività complementare di P.S., su chiamata, in uno status militare
Si poteva prendere in considerazione anche lo status che veniva rivestito dai vari Corpi Forestali operanti negli Stati pre-unitari oppure lo status rivestito dai FRATES ARVALES dell’epoca repubblicana romana.
A titolo esemplificativo si riporta una delle molte relazioni presentate all’ora Governo dal Comando della Milizia Forestale.
LA MILIZIA FORESTALE NELL’ANNO XI 1933
RFELAZIONE ANNUALE
Funzioni e direttive dell’ azione
La Milizia Nazionale Forestale ha durante l’anno XI disimpegnato le seguenti funzioni:
1) – difesa del patrimonio boschivo nazionale secondo le vigenti disposizioni;
2) – razionale amministrazione del patrimonio boschivo dello Stato per il conseguimento delle finalità dell’ ente Azienda di Stato Foreste Demaniali;
3) – tutela economica dei cospicui beni silvo pastorali dei comuni e degli altri enti morali;
4) – sistemazioni idraulico-forestali-agraria dei bacini montani, dei corsi d’acqua determinanti pubblico danno, rimboschimenti eventi un fine idrogeologico ed altre opere montane comprese nei piani dei lavori per la bonifica integrale;
5) – miglioramento dei pascoli montani anche ai fini dell’ agricoltura
6)-determinazione dei boschi e degli altri terreni da conservarsi soggetti o da assoggettarsi alle limitazioni di godimento imposte dalla tutela del pubblico interesse;
7) – progressivo miglioramento ed espansione della silvicoltura anche sotto forma di propaganda e di assistenza agli interessati;
8) – Servizio della mobilitazione forestale;
9) – sorveglianza sulla caccia;
10) – vigilanza sulla pesca;
11) – custodia dei regi tratturi e delle trazzere;
12) – concorso in servizi di pubblica sicurezza e di polizia militare.
Funzioni quindi prevalentemente tecniche ma anche di polizia, contabili, amministrative e militari per una parte tutt’altro che trascurabile.
Nell’ insieme un mandato alto, complesso, difficile, gravoso che la Milizia Nazionale Forestale ha assunto e che assolve con sempre rinnovato, consapevole fervore
Ancorché i suoi compiti fondamentali non abbiano subito, nello scorso anno, ulteriori ampliamenti un altro passo in avanti e non breve è stato compiuto nell’ anno XI come mole di lavoro. Ne sono espressioni le notizie e le cifre che sono riportate nella presente relazione annuale intesa a prospettare l’opera compiuta esaminando le principali forme di attività della milizia
Ma si tratta, nei vari capitoli, quasi interamente di elementi di carattere quantitativo, mentre è necessaria una premessa la quale ponga in luce come anche quelli d’ordine qualitativo si siano nello stesso tempo ulteriormente affinati e perfezionati rendendo la Milizia sempre più preparata al migliore assolvimento dei suoi vari compiti.
Il miglioramento qualitativo dell’azione va ricercato nel campo della preparazione del personale, dell’ordinamento Milizia, delle direttive agli organi esecutivi e del perfezionamento dell’organizzazione di tutti i servizi centrali e periferici.
La preparazione del personale ha formato oggetto di particolare cura del Comando centrale anche nell’anno XI non solo di fronte alla importanza e complessità delle funzioni della Milizia Nazionale Forestale ma altresì indipendenza delle necessità di assolverle con una forza così limitata da dover chiedere permanentemente ad esso il massimo rendimento.
Gli speciali requisiti che devono possedere gli appartenenti alla Milizia Forestale hanno imposto i più rigorosi criteri selettivi sia nel reclutamento che negli avanzamenti improntati, quest’ ultimi, anche al concetto del graduale ringiovanimento dei quadri.
Questa relazione annuale realizzata dal Comando della Milizia Nazionale Forestale rappresenta meglio di tante frasi quali fosse, negli anni precedenti il 1933 e successivi, l’attività che era stata demandata a tale Corpo.
Solo in termini molto marginali, cioè al punto dodicesimo viene illustrata, con poche parole, il concorso nei servizi di pubblica sicurezza e di polizia militare.
Il Governo, il Parlamento, il Consiglio di Stato, la Corte Costituzionale potevano ovvero dovevano acquisire una documentazione più esaustiva per evitare l’emanazione di leggi, pareri, sentenze non conformi alla realtà dei fatti.
3)- Smilitarizzazione della Polizia di Stato e della Polizia Penitenziaria
Come esempio per avvalorare la militarizzazione del Corpo Forestale non è di alcun ausilio.
Quando si pone questa similitudine è necessario riconoscere che:
a) – il passaggio da Pubblica Sicurezza a Polizia di Stato, è stata una trasformazione di tutta la struttura organizzativa ad essere interessata al passaggio da militare a civile:
b) – è cambiata la divisa ma è rimasta la Bandiera, sono rimasti inalterati i ruoli di ogni ordine e grado,
c) – la scala gerarchica è rimasta immutata, i mezzi e gli automezzi come i posti di lavoro compresi i fabbricati sono rimasti inalterati, le competenze i compiti , il Ministero di riferimento non sono stati modificati, d) – l’appartenenza al medesimo corpo è rimasta immutata cosi anche per la Polizia Penitenziaria .
Cosa accomuna la soppressione del Corpo Forestale ed il passaggio di parte del personale allo status militare con la trasformazione dello status degli appartenenti ai ruoli della Polizia di Stato e della Polizia Penitenziaria.
NIENTE.
Per il Corpo Forestale non si è trattato del passaggio di tutta la sua struttura organizzativa, si è trattato, invece, del trasferimento di singoli cittadini a cui conseguentemente sono stati aggregati compiti e competenze, per motivazioni decisamente incomprensibili, motivazioni che, in uno Stato democratico, sarebbero stati obbligatori enunciare.
E’ stato effettuato il passaggio:
1) – di capitoli di spesa, di fabbricati, di terreni, di mezzi di trasporto sia terrestri che aerei e navali distribuiti tra varie Amministrazioni;
2) – la BANDIERA è stata trafugata in sordina come se si fosse trattata di una cosa di cui vergognarsi;
3)- delle strutture didattiche distribuite sul territorio.
Coloro che portano questo caso a giustificazione dovrebbero anche dimostrare la similitudine tra le due operazioni, altrimenti farebbero meglio a rimanere in silenzio.
Il paragone non esiste.
Le Amministrazioni della Polizia e della Penitenziaria sono passate, armi e bagagli, da uno status all’altro migliorando il rapporto tra il personale ed l’Amministrazione, non come forestali, che sono stati disseminati in tante Amministrazioni diverse con procedure amministrative ed operative differenti, che hanno peggiorato il proprio rapporto di lavoro.
E’ il caso di precisare che al punto 3.4.1 comma 2, del parere del Consiglio di Stato, viene sottolineato che in applicazione dei principi di delega, risultano rispettati i principi di salvaguardia delle professionalità esistenti, delle specialità e la unitarietà delle funzioni e vi è una corrispondenza tra funzioni trasferite e transito del personale.
Tutti i parlamentari, a cui fu richiesto di intervenire per evitare la soppressione, risposero di non preoccuparsi perché avremmo continuato a fare quello che avevamo sempre fatto.
Tutti ritenevano che il legislatore delegato non avrebbe mai disatteso i punti fermi voluti dal Parlamento cosa che, invece, non è avvenuto.
4) – Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica
Quando si parla della partecipazione dei funzionari dei ruoli direttivi e dirigenziali del Corpo forestale, alle riunioni dei Comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica nazionale o provinciale si deve precisare che il Corpo Forestale dello Stato non partecipava a dette riunioni essendo un corpo tecnico; vi partecipava, a chiamata, se in un specifico Comitato nazionale o provinciale venivano discusse problematiche di competenza anche della Forestale.
Per una migliore comprensione della specificità della partecipazione a tali riunioni si deve precisare che i funzionari non possedevano il NOS (NULLA OSTA DI SEGRETEZZA).
Dopo il 2004 tutti i responsabili degli uffici provinciali e regionali furono dotati del NOS e partecipavano alle riunioni del Comitato.
L’assenza di validità della casistica portata a difesa della militarizzazione e quindi della soppressione del Corpo Forestale dello Stato, insieme alla non applicazione del principio di differenziazione tra compiti istituzionali primari e quelli aggiuntivi, hanno obbligato la Corte Costituzionale ad usare una serie di frasi con le quali, molto superficialmente, si tendeva a giustificare l’emanazione del D. Lg.vo di soppressione-accorpamento.
Tendeva a giustificare anche:
— i parlamentari che votarono la soppressione- accorpamento,
— la Conferenza Stato –Regioni per il parere emesso;
— tutti i componenti degli organismi deputati ad esprimere un parere in merito,
— tutti coloro che si fidarono degli esempi giustificativi ed avallanti posti in essere dalla Magistratura e da parti importanti dell’Organo delegato.
Erano frasi che stridevano con la realtà operativa, con la professionalità e la dedizione che migliaia di uomini e donne di ogni ordine e grado, che hanno operato, per oltre settanta anni, per la gestione del territorio, per la ricostituzione dei soprassuoli boschivi depauperati dalla Guerra, e che hanno dedicato alla gestione tecnica del territorio e dell’ambiente.
L’attività sul campo ha permesso alle popolazioni locali dislocate sul 70% del territorio nazionale di migliorare la propria vita e quella delle generazioni che si sono susseguite dal dopoguerra in poi.
Lo Stato, per tutto questo, ha ringraziato militarizzando, inutilmente, il personale attualmente in servizio e sopprimendo una professionalità fondamentale per il sistema Paese.
La decisione della Corte Costituzionale ha avuto ricadute su tutto il comparto forestale sia esso statale, accademico, delle scuole secondarie ad indirizzo forestale e montano.
Sono venuti e verranno a mancare posti di lavoro per tecnici specializzati forestali presso lo Stato, le Regioni, gli Enti locali, le imprese del settore e la libera professione.
E’ una assenza che inciderà profondamente sia nei rapporti internazionali che nel futuro dei soprassuoli boschivi. Le proposte di legge per il ripristino del Corpo Forestale, presentate in Parlamento, sono incentrate, principalmente a valorizzare l’attività di repressione che può essere svolta senza un bagaglio culturale specifico.
Si parla solo e sempre di polizia.
Quasi tutte le proposte presentate sono incentrate alla tutela del personale attraverso la valorizzazione dell’attività di repressione che può essere svolta senza un bagaglio culturale specifico.
Quale sarebbe il campo operativo della polizia forestale?
Quale sarebbe il campo operativo della polizia ambientale?
Sarebbero soltanto dei comparti di specialità.
Si passerebbe da un Corpo:
– con un proprio Consiglio di Amministrazione,
– con una professionalità unica che aveva svariati compiti ,
– che svolgeva un numero elevato di competenze,
– con un bilancio proprio,
– con una propria Bandiera ,
ad un comparto di specialità confuso in una pletora di attività di un altro Corpo.
L’esperienza maturata dal 2017 ad oggi non serve a niente?
Le modifiche dello stato attuale, comporterebbe unicamente il ritorno ad un Corpo con uno status civile con tutte le conseguenti garanzie per il personale
ma lasciando inalterato il compito unicamente repressivo.
Riteniamo che aprire un dibattito Polizia/ Carabinieri con tutto il corollario dei pro e dei contro sarebbe una perdita di tempo.
Si aprirebbe un dibattito senza prendere in considerazione il significato della parola Forestale che all’attualità tenderebbe a scomparire perché non ritenuta essenziale ai compiti istituzionali sia dell’Arma che della Polizia di Stato.
E’ necessario ed opportuno essere convinti della necessità della professionalità forestale in una società avanzata e nel sistema Paese.
Il Corpo Forestale dello Stato ha sempre considerato il bosco un soggetto e mai un oggetto.
Per IL COMITATO PROMOTORE
Filippo Aldini Paolo Mennuni Luigi Ranieri
ROMA DICEMBRE 2020
Allegato 2
La riforma Madia ha provocato un profondo sconvolgimento nel mondo forestale andando ad incidere su aspetti di notevole rilevanza sia giuridica che tecnica che il legislatore delegato non ha preso in considerazione.
L’aspetto giuridico è andato ad incidere nell’attività lavorativa dei singoli che hanno dovuto subire una linea di controllo-comando rigida, spesso incomprensibile, farraginosa, agli antipodi con la pregressa vita lavorativa ove esisteva un rapporto diverso non repressivo nei confronti del mondo rurale.
Si sono trovati militari loro malgrado.
Dall’analisi di varie normative di Decreti Ministeriali, dei pareri del Consiglio di Stato, della sentenza della Corte Costituzionale, si evidenzia che la soppressione del Corpo Forestale dello Stato deve essere ricompresa tra le iniziative che ricadono sotto la dicitura “ ragioni di Stato”, altrimenti non si riesce a configurare altra necessità di origine interna ed esterna che suffraghi tale operazione.
Forse la Corte ha voluto intendere con l’allocuzione” non implausibile soluzione di bilanciamento dei valori” che i danni conseguenti subiti da persone o cose dovrebbero essere classificati “ danni collaterali” ?
Non è sufficiente affermare che è la volontà dell’Europa operare una soppressione, l’Europa ha richiesto, unicamente, la istituzione di un numero unico ed ha sottolineato la necessità di una centrale unica di spesa non risulta che abbia espressamente richiesto di sopprimere delle professionalità presenti in tutto il mondo e non sostituibili.
Gli aspetti tecnici riguardano:
– il lavoro svolto quotidianamente dal personale forestale quale “ servizio di istituto” effettuato con il supporto della professionalità forestale;
– principalmente la professionalità forestale intesa come insieme di materie tutte finalizzate al miglioramento dei soprassuoli boschivi, alla tutela del suolo, dell’ambiente, del paesaggio e della qualità della vita e utilizzate marginalmente durante il nuovo servizio di istituto.
La professionalità era estrinsecata nel lavoro dei comandi di stazione forestali il cui compito e le competenze erano tutte finalizzate all’applicazione di quanto appreso sui banchi della Scuola Forestale ed attraverso un continuo apprendimento giornaliero ed un ampliamento delle conoscenze personali.
L’attività didattica, di primissimo livello, era destinata al personale di ogni ordine e grado.
Era una attività svolta con passione, con amore verso la natura, con spirito di sacrificio.
E’ necessario, altresì, distinguere l’attività forestale tecnica svolta dagli uffici periferici e l’attività dei vari comparti di specialità costituiti, come in tutti gli altri Corpi , da poche decine di addetti a secondo delle specifiche necessità di contrasto e di repressione o di competenze aggiuntive previste dalla normativa.
Al personale tutto, con un semplice tratto di penna, è scomparsa tutta una vita lavorativa , tutto quello in cui credevano, con la stessa violenza con cui un fiammifero brucia un bosco.
L’auspicio è che venga ridata la dignità a tutti i forestali che hanno visto il proprio lavoro distrutto, annichilito, che , progressivamente, verrà dimenticato, che ha dovuto dire addio alla propria bandiera come se fosse una cosa di cui doversi vergognare, senza ricevere l’onore delle armi, senza un minimo riconoscimento per aver consegnato alle generazioni future territori di notevole pregio botanico, faunistico, ambienti incontaminati con una elevata incidenza di biodiversità.
Tutto questo ha determinato una serie di crisi esistenziali, con riflessi anche familiari, riconducibili:
– ad una attività burocratica diversa da quella svolta, per tanti anni, nella precedente carriera;
– ad una linea controllo comando rigida, tipicamente militare a cui nessuno era preparato e che una semplice settimana di aggiornamento non poteva dare nessuno risultato;
– ad un’attività operativa sul territorio limitata ad una azione repressiva per la quale non è necessario possedere una conoscenza multidisciplinare;
– ad un lavoro senza prospettive future e senza un incentivo professionale essendo venuti meno i punti di riferimento specifici di una attività tecnica.
La professionalità forestale :
– è stata utile nell’applicazione della Convenzione di Washington, di Ramsar, di Berna, di Bonn e di altre convenzioni europee ed internazionali;
– è stata utile e necessaria nella realizzazione di studi e ricerche riguardanti la genetica nel campo della botanica forestale, della genetica zoologica e faunistica svolti in appositi centri istituiti sin dal 1960
– è stato necessaria per lo svolgimento di programmi di monitoraggio ambientale:
– nelle aree permanenti della rete CONECOFOR svolti, con continuità dal 1995,
– nelle approfondite indagini sulla vegetazione, sulle condizioni delle chiome degli alberi, sul contenuto chimico delle foglie e dei suoli, sulla variazione di accrescimento degli alberi, sulle deposizioni atmosferiche, sul clima, sul microclima, sull’ozono;
– è stata necessaria, in coordinamento con il CNR, con i Centri ricerche del Mipaf, con l’Università, con le Regioni, con le Regioni a statuto speciale, con le Provincie autonome ed Enti gestori dei Parchi Nazionali, per la realizzazione della Convenzione UN/ECE, Forest Focus;
– è stata necessaria per la redazione del primo e del secondo Inventario Nazionale Foreste e Carbonio
– è stata necessaria per la realizzazione del progetto Life+;
– è stata necessaria per la realizzazione di indagini speciali quali:
– censimento dei siti di smaltimento illecito di rifiuti iniziato il 2008;
– censimento degli alberi monumentali;
– realizzazione dell’EUTR ( European Timber Regulation) regolamento n. 2173/ 2005,
– censimento “ illegal logging” che sottintende una elevata professionalità nel campo del riconoscimento delle varie tipologie di legname e delle categorie merceologiche dei derivati.
– è stata necessaria nella tutela della biodiversità;
– è stata necessaria nella istituzione, tutela e conservazione dei Parchi nazionali;
– è stata utile nella istituzione e nella gestione di centinaia di aree protette nazionali realizzate sin dai primi anni sessanta, in un momento in cui la protezione della natura e l’ecologia erano pressoché sconosciute;
– è stata utile nella realizzazione delle sistemazioni idraulico-forestali effettuate dal 1950 al 1975;
– è stata utile nel miglioramento dell’economia montana attraverso la realizzazione di molti vivai forestali necessari per i rimboschimenti dei territori depauperati dalla guerra;
– è stata utile nella progettazione e nella realizzazione di una congrua viabilità nei territori collinari e montani;
– è stata utile nella formulazione dei piani di assestamento forestale dei soprassuoli boschivi per una proficua gestione del bosco e della biodiversità;
– è stata necessaria per assolvere una serie di incarichi da parte della Magistratura nei campi di competenza tecnica;
– è stata fondamentale nello svolgimento del servizio di istituto che ha determinato la effettuazione di un approccio preventivo e di supporto con le popolazioni e con gli Enti locali.
Mai così pochi uomini hanno fatto tanto per la natura e per l’ambiente per così tanto tempo.
Questa è una attività tecnica che deriva da una professionalità multipla molto diversa dall’attività di polizia che ha solo una valenza repressiva anche se la Corte Costituzionale ha voluto paragonare l’attività svolta sul territorio dal Corpo forestale dello Stato in tuta mimetica e scarponi lungo i sentieri di montagna con l’attività di controllo e contrasto svolta dall’Arma dei Carabinieri in giacca e cravatta e scarpe da passeggio.
La tutela del bagaglio culturale, quale valenza tecnica della professionalità forestale e della sua sopravvivenza nel panorama professionale della Nazione, deve essere di competenza:
– delle varie articolazione della Scuola pubblica sia a livello Universitario che a livello delle Scuole tecniche superiori;
– dell’Ordine dei dottori agronomi e forestali;
– delle Associazioni che hanno nel loro statuto la difesa della attività tecnica;
– delle Confederazioni che hanno come finalità la tutela delle varie professionalità;
– delle Associazioni naturalistiche ed ambientalistiche che a gran voce continuano a chiedere la riproposizione del Corpo Forestale;
– di tutti i cittadini a cui sta a cuore l’ambiente, la natura e la qualità vita delle generazioni future.
per Il Comitato Promotore
Filippo Aldini Paolo Mennuni Luigi Ranieri
ROMA DICEMBRE 2020
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